lunedì 23 settembre 2019

EPAP - Comunicato n. 17 – l’Extrarendimento diventa realtà

La notizia 
La notizia di oggi è che l’Epap si sta accingendo a riversare sul montante pensionistico di ognuno di noi 21 milioni di extrarendimento per il periodo 2013-2016 (a valere dal 01.01.2019) mentre altri 6 milioni verranno riversati comunque a breve per l’anno 2017. 

Cosa è l’extra-rendimento
L’extra-rendimento è la differenza tra il rendimento ottenuto dall’Epap nell’investire i montanti degli iscritti ed il rendimento minimo di legge che l’Epap deve garantire agli iscritti (quest’ultimo determinato annualmente dall’Istat sulla base della media quinquennale del PIL). 
Il Ministero del Lavoro (che ha la vigilanza sul nostro Ente di previdenza) ha riconosciuto all’Epap la possibilità di riversare a montante degli iscritti fino al 60% dell’extra-rendimento ottenuto. 
La decisione del CdA, conformemente agli indirizzi CIG, è stata quella di riversare a Montante pensionistico degli iscritti la somma massima possibile in base a quanto ammesso dal Ministero (il 60% appunto).

Cosa significa ciò per noi iscritti
Il montante complessivo degli iscritti (bilancio consuntivo 2018) è di circa 864 milioni di euro. Con questa operazione vengono riversati ulteriori 27 milioni, con un incremento del 3,12%. Vale a dire che ognuno di noi, in conseguenza di questa operazione avrà una pensione maggiorata del 3,12%. Ma soprattutto, nel lungo periodo, essendo possibili (ed auspicabili) ulteriori accreditamenti di extra-rendimento negli anni a venire,  le pensioni potranno aumentare ulteriormente.

In numeri
I numeri delle nostre pensioni sono e resteranno bassi; e non sarà l’attuale 3,12% in più a cambiare la sostanza delle cose, non ce lo possiamo nascondere. Però l’inversione di tendenza c’è e non può essere negata e tutto ciò, oltre alle molteplici azioni di riforma che l’Epap ha messo in campo (per le quali stiamo aspettando il via libera dal Ministero e di cui vi parlerò in dettaglio non appena diventeranno definitive) rendono meno nefaste le prospettive future di noi iscritti tutti.

venerdì 13 settembre 2019

EPAP - Comunicato n. 16 – Considerazioni su Bilancio consuntivo 2018

Signor Coordinatore, gent.mi sindaci e colleghi,
L’atto che ci apprestiamo a compiere con la votazione del consuntivo 2018 da una parte chiude definitivamente l’anno 2018 (con le sue luci e le sue ombre) ma dall’altro è anche l’atto con cui inizia l’ultimo anno di questa consiliatura. Ne deriva quindi che, oltre alla consueta occasione per trarre un bilancio di quanto fatto nell’anno che andiamo a chiudere, rappresenta, come non mai, l’occasione per fare il punto sulle molte cose ancora da fare prima che si concluda questa esperienza; nella consapevolezza che occorre, sempre, guardare avanti accettando le sfide che la realtà ci impone.

Dove ci trova questo consuntivo 2018
Il bilancio consuntivo ci trova:

  • in una situazione di perdurante difficoltà di reddito di tutte le categorie, ma particolarmente delle categorie numericamente maggiori (agronomi-forestali e geologi), storicamente caratterizzate da redditi medio-bassi;
  • con un ente caratterizzato da un attivo patrimoniale che oramai sfiora il miliardo di euro (somma che si sarebbe raggiunta già nel 2018 in assenza della suddetta contrazione dei redditi) ed un Patrimonio Netto significativamente al di sopra dei 100 mln di euro; vale a dire  in una situazione di piena solidità dell’ente, a garanzia della capacità di fornire le necessarie prestazioni (pensionistiche ed assistenziali) agli iscritti. Ricordo che non era per niente così già solo 7-8 anni fa (con un Epap a 3 milioni di Patrimonio Netto nominale ed un saldo liquido negativo).
  • con un numero di iscritti attivi oramai stabilizzato poco sotto alle 20.000 unità;
  • con un Ente che sta cercando di cambiare la percezione degli iscritti nei suoi confronti ed in pieno guado nel tentativo (doverosissimo e, a mio giudizio, ineludibile) di cambiare pelle (cambiamento dello Statuto e del Regolamento di Funzionamento in corso di verifica ministeriale);
  • Detto ciò provo ad analizzare le luci ed ombre, secondo la mia personalissima visione, di questo bilancio.


Bilancio assestato
La prima luce di questo bilancio è la assenza di un bilancio assestato. Vale a dire la mancata necessità di rivedere, nel corso dell’anno, i numeri del bilancio di previsione. Mancata necessità dovuta al fatto che per la seconda volta (la prima era stata col previsionale 2017) il previsionale 2018 si basava su numeri previsioni reali; e quindi l’espressione politica del bilancio previsionale ha avuto piena attuazione.
Nel seguito del presente intervento cercherò di evidenziarne alcuni effetti ma per ora mi preme far presente che vedere la relazione al bilancio iniziare con “se il bilancio preventivo di un Ente è la traduzione numerica di un progetto politico, il bilancio consuntivo è la rappresentazione dell’efficacia e della credibilità dello stesso” mi ha sinceramente commosso perché è la dimostrazione pratica che quattro anni di critiche e battaglie, a volte anche aspre e difficili, in questo Ente non solo non sono state vane, ma hanno portato frutti persino oltre le mie migliori aspettative. Non dico ciò a mio merito, sia chiaro, ma a merito di chi ha saputo far tesoro delle mie critiche e dare attuazione alle proposte.

Contenimento dei costi
Il consuntivo 2018 presenta, oltre ad un mantenimento della attenzione al contenimento dei costi (iniziata con il preventivo 2017), che in alcuni casi vede una contrazione persino del 40% dei compensi professionali (anche a dimostrazione del fatto che i margini di miglioramento erano considerevoli), un aspetto persino più importante e cioè la volontà di definire “un nuovo regolamento per l’acquisto di lavori, servizi e forniture e di uno per l’affidamento degli incarichi di consulenza ed assistenza legale”. Più importante perché primo e fondamentale passo per rendere strutturali i risparmi di spesa e togliere ogni possibile opacità od ombra alle spese.
Tale azione di contenimento è certamente uno dei frutti migliori della scelta, virtuosa, di redigere il bilancio preventivo sulla base di numeri reali e non più su numeri di fantasia come fatto da questo Ente fino al previsionale 2016.
Non per questo posso però nascondermi come molto ancora ci sia da fare sul fronte del contenimento della spesa, con particolare riferimento al costo degli organi, che rimane invariato a livelli troppo alti (e, per di più, destinato ad aumentare con la prossima consiliatura che vedrà aumentare il numero dei membri del CIG di ulteriori 4 unità). Ricordo solo due punti che avrebbero potuto essere affrontati dal CdA:

  • la possibilità di un autonomo contenimento del numero dei componenti del CIG;
  • la riflessione, operata dal CIG e portata al CdA, sulla opportunità di mantenere un organo come il Comitato dei Delegati, di cui francamente, dopo oltre 20 anni di pacifica convivenza fra categorie, si fa fatica a percepirne l’ulteriore necessità. 

Tra quanto c’è da fare annovero anche una revisione del contratto con la banca depositaria in quanto il livello di interessi passivi (84.000 euro) è sicuramente esagerato.

Sanzioni amministrative agli iscritti
Poiché da diversi anni ribadisco come l’attuale sistema sanzionatorio sia iniquo, vessatorio ed irragionevole non posso che accogliere positivamente la riscrittura dello stesso operata con la modifica degli artt. 9 e 10 del Regolamento di Funzionamento dell’Ente; modifica con cui:

  • Si introduce il concetto di dichiarazione “errata” (nel precedente erano tutte “infedeli”, persino quelle con errori a vantaggio dell’ente);
  • Si passa da un sistema punitivo dell’iscritto ad un sistema incentivante la spontanea regolarizzazione.

Con una modifica strategica della visione del rapporto tra Epap ed iscritto che non può essere ridotto alla sola diminuzione delle sanzioni, diminuzione che comunque (finalmente) c’è ma che, appunto, va oltre. Tutto ciò nella speranza che questa voce possa diminuire negli anni a seguire.

Lotta all’evasione contributiva
Mentre l’anno 2017 è stato quello della modifica delle scadenze contributive (molto apprezzato dagli iscritti) l’anno 2018 è sicuramente il primo in cui si riscontrano, in materia di lotta all’evasione, risultati numerici significativi. Risultati che:

  • da una parte impongono un supplemento di riflessione al CIG sui risultati ottenuti e sulle possibili azioni integrative;
  • dall’altra richiedono ulteriori azioni di informazione agli iscritti e comunicazione attiva delle scadenze (mail, sms…) per evitare ritardi di presentazione dei modelli e di pagamenti (come dimostra il livello ancora troppo alto delle sanzioni).

Fra le possibili azioni integrative ritengo ineludibile una azione di supporto, da parte dell’Epap, verso gli iscritti che, seppur in regola, si trovino a vivere una situazione di temporanea difficoltà che impedisce loro il mantenimento della regolarità contributiva. Supporto da realizzarsi anche solo con azioni di dilazione dei pagamenti annuali, come auspicato oltre che dal sottoscritto dal collega Doronzo. Auspico ciò ben sapendo che la commissione preposta sta già lavorando su tale fronte.

Assistenza agli iscritti
Il consuntivo 2018 è il primo in cui si inizia a trovare manifestazione numerica (seppur minima per ora) delle azioni di welfare attivo a supporto della attività lavorativa degli iscritti (convenzione Sole 24 ore).
Certamente positivo sul medesimo fronte è l’essersi dotati dei presupposti normativi (modifica dello statuto) per:

  • assistenza facoltativa;
  • welfare attivo (fra cui, ma non solo, la previsione di attività volte ad agevolare l’accesso al credito da parte dell’iscritto; su cui, dico per inciso, ad oggi l’Epap vanta lo 0 % di sinistri sui prestiti di onore agli iscritti).

A fronte di ciò:

  • permangono ancora inutilizzate risorse significative destinate alla assistenza agli iscritti (circa il 30% nel 2018), a dimostrazione del fatto che la pur importante azione di divulgazione agli iscritti (Epap day, brochure, video…) deve essere ulteriormente implementata;
  • ritengo necessario un ripensamento della norma che riconosce assistenza agli iscritti solamente se in regola con la contribuzione, almeno per quella parte di iscritti che, proprio in conseguenza di problematiche importanti, vede venir meno la propria regolarità contributiva (non è possibile che, sebbene sempre regolare, perdo la mia regolarità, ad esempio, per problemi di salute e, il venir meno della regolarità mi impedisce di essere assistito dal mio ente di previdenza). Ritengo che, almeno portare indietro il momento di verifica della regolarità contributiva sia elemento di equità e sensatezza. 


Nel metodo
Auspico che a partire dal prossimo bilancio previsionale il CdA ripensi la metodologia di imputazione a bilancio di alcune voci (Bilancio Tecnico Attuariale, Spese Elettorali…) che andrebbero imputate per competenza e non per cassa, rendendo così più agevole il confronto fra consuntivi.

Penultima considerazione
Ricordo ai colleghi che questa è la penultima volta in cui mi sentirete protestare per il fatto che questo CIG non ha mai ricevuto informativa alcuna, ed oramai temo non ne riceverà, su cosa sia successo nelle elezioni 2015 e sulle relative responsabilità. Penultima in quanto per certo continuerò a protestare anche al consuntivo 2019.

Ultima considerazione
Come lo scorso anno voglio chiudere questo intervento con una espressione di vicinanza ai colleghi di tutte le categorie che continuano a vivere situazioni di difficoltà per le calamità naturali, terremoto in primis, di cui sono state vittime; non più soltanto, purtroppo, dell’italia centrale. Su tale punto ritengo non ulteriormente prorogabile l’utilizzo dei pur modesti fondi raccolti dall’Ente.