giovedì 15 febbraio 2018

EPAP - Comunicato n. 11 – Considerazioni su Bilancio di Previsione 2018

Conformemente allo scorso anno sono ad indicare quanto di buono e di migliorabile c’è nel bilancio preventivo del prossimo anno.

Confronto con assestato
Al primo punto sicuramente la metodologia di esposizione dello stesso: vale a dire il confronto con il bilancio assestato dell’anno in corso (e non più solo con il previsionale dell'anno precedente); la qual cosa rende il bilancio preventivo un vero momento di programmazione e di indirizzo ed i bilanci assestato e consuntivo due veri momenti di confronto del raggiungimento degli obiettivi proposti (contenimento dei costi, miglioramento dei servizi agli iscritti...). Tale considerazione in maggiore dettaglio l’ho già espressa al precedente bilancio preventivo (il primo dell’Epap in cui è stata adottata questa metodologia) ma ci tengo a ribadirlo perché gli effetti positivi, sia in termini di capacità di programmazione e sia in termini di efficacia della azione di verifica sono di tutta evidenza.

In merito agli obiettivi
In merito agli obiettivi proposti a bilancio ricordo volentieri i seguenti:
  • la volontà del CdA di rivedere l’intero impianto sanzionatorio;
  • la volontà di rivedere la pianta organica, dell’organigramma e del funzionigramma prima di procedere alla assunzione di nuove unità;
Debbo però ricordare, soffrendo il sottoscritto del terribile vizio di una ottima memoria, che tali erano anche gli obiettivi espressi nel preventivo 2017; obiettivi che avrebbero meritato attuazione nell’anno in corso e per i quali non possiamo attendere oltre. Lo dico anche nella consapevolezza dei problemi che l’Epap ha avuto per la assenza di un direttore. 

Ulteriori aspetti positivi
Fortunatamente però gli aspetti positivi non si limitano a questi. Meritevoli di citazione sono di sicuro:
  • la volontà di riconoscere a montante degli iscritti, spero nelle percentuali massime consentite dalla normativa, l’extrarendimento maturato negli ultimi anni;
  • la volontà di destinare interamente a montante l’eventuale aumento del contributo integrativo;
  • la volontà di migliorare ed ampliare il livello di assistenza a favore degli iscritti;
  • la volontà di razionalizzare e mettere a regime (eliminando in futuro ogni azione estemporanea ed occasionale) le azioni di recupero e rateizzazione dei versamenti contributivi;
  • la volontà di rendere finalmente operativa la previdenza integrativa (già prevista sia dalla normativa vigente e sia dallo statuto dell’Epap);
  • la volontà di continuare l’opera di contenimento della spesa; fronte sul quale permangono ancora evidenti margini di miglioramento (es. a chi scrive suonano sicuramente eccessivi i 45.000 di spesa per le pulizie della sede, sia in rapporto alla superficie e sia in rapporto al numero di dipendenti; per non parlare degli oneri sulla gestione finanziaria);
  • la volontà di procedere con investimenti immobiliari (che spero possa essere l’occasione di dare sedi regionali uniche a tutti gli ordini territoriali)-la volontà di attivare azioni di welfare attivo a favore degli iscritti
Ricordo a chiusura, nella consapevolezza di aver già stancato i colleghi CIG con detto argomento, che ad oggi, nonostante la mia sollecitazione nel merito in sede di consuntivo 2015 e nella riunione CIG del settembre u.s. (in cui sollecitavo l’intervento in materia da parte dei sindaci) che ad oggi non abbiamo ancora, nonostante siano già partite le ispezioni ministeriali in merito, nemmeno un parere legale sulla applicabilità al nostro Ente del D.Legge 95/2012 (c.d. Legge Madia). La qual cosa ci espone a problematiche certamente di carattere economico ma, temo, anche di carattere amministrativo. Personalmente ritengo tale condizione di incertezza non ulteriormente accettabile e quindi rinnovo l’invito al CdA a procedere in materia.