Signor
Presidente, gent.mi colleghi,
Come giustamente rimarcato dal CdA questo è il primo bilancio
interamente riferibile a questa consiliatura. Volendo e dovendo fare
onore al lavoro fatto ho ritenuto quindi necessario fare una piccola
opera di verifica, interamente personale su proposte ed obiettivi.
Rendimento
Prendo atto con estremo favore del notevole miglioramento del
rendimento 2016 (2.3% lordo imposte, equivalente ad 1.7% netto)
rispetto al 2015 (0,20% netto) ed in linea con le previsioni (1.68%
netto). Continuo a ritenere che sarebbe stato opportuno in sede
preventiva un obiettivo più ambizioso e performante ma, soprattutto,
auspico che risultati migliori vengano negli anni a venire nei quali
sarà possibile trasferire a montante degli iscritti fino al 60%
dell’extra-rendimento. Tutto ciò nella convinzione che solo
ottenendo rendimenti adeguati (almeno il 2% annuo) potremo coniugare
sopravvivenza economica e previdenza dei nostri iscritti.
A chiusura del punto chiedo, non avendolo trovato nel presente
bilancio, se hanno avuto esito positivo le considerazioni mie e del
collega Tambone in merito alla non opportunità di detrarre dal
calcolo del rendimento quanto
necessario a coprire le rivalutazioni dei montanti dovuti e non
versati.
Contenimento delle spese
Prendo atto con favore del lavoro portato avanti su questo fronte in
termini di riduzione sia dei compensi professionali da lavoro
autonomo e sia del costo degli organi; argomenti sui quali:
-
In merito ai compensi professionali credo che sia opportuno che il CdA ripensi la metodologia di imputazione a bilancio di alcune voci (Bilancio Tecnico Attuariale, Spese Elettorali…); voci che oggi vengono imputate interamente nell’anno in cui si manifestano rendendo difficile il confronto fra anni differenti. Ritengo infatti che la imputazione su più anni (es.: BTA su 3 anni, elezioni su 5 anni) renderebbe più facilmente confrontabili i bilanci, facendo maggiormente giustizia del lavoro svolto su questo fronte (a solo titolo di esempio nel 2016 emerge un risparmio del 30% di tale voce che però in parte preponderante è dovuta al risparmio sul BTA e sulle spese legali conseguenti alle elezioni);
-
In merito ai costi degli Organi pur ritenendo meritoria l’opera di contenimento portata avanti ritengo che ci sia ancora molto lavoro da fare; sia in termini di modifica normativa, sia in termini di autoregolamentazione. Non sfugge infatti che il costo degli Organi permane anche nel 2016 al di sopra del, pur alto, costo dei dipendenti dell’Ente. Ricordo su tale punto che lo Statuto dell’Epap (art. 9 comma 2 lettera i) pone a carico del CdA la determinazione annuale di emolumenti, indennità e gettoni di presenza; mentre, ad oltre 18 mesi dall’insediamento, non mi risulta ci siano deliberazioni in proposito; salvo l’impegno, assunto verbalmente in CIG dal Presidente, a rivedere integralmente la questione.
A chiusura di questo punto voglio solo far presente come l'azione di
contenimento dei costi sia doverosa anche per rispetto agli iscritti
i quali, come emerge dai dati di bilancio (soggettivo + 13,1% e
integrativo + 10,7%), hanno già ampiamente operato nei propri
bilanci, un significativo contenimento dei costi.
Personale
Rilevo con favore che il CdA ha fatto proprie le perplessità
manifestatesi in sede di approvazione del preventivo 2016 in merito
all’ipotizzato aumento di personale modificando nel corso dell’anno
l’impostazione iniziale (aumento di personale in assenza di una
chiara progettualità di base) e rimandando all’anno in corso ogni
decisione in merito. Per quanto possa valere la mia opinione
manifesto apprezzamento per la internalizzazione di alcuni lavori
precedentemente affidati all’esterno; non tanto in termini di costi
(su cui non ho dettagli) quanto in termini di qualità del servizio
per gli iscritti. Ritengo altresì che il previsto (e più contenuto)
aumento di personale (fra cui la assunzione di un nuovo direttore)
possa e debba essere l'occasione per trasferire al personale stesso
alcuni compiti operativi che oggi sono svolti dai componenti degli
Organi; conseguendo anche per questa via un risparmio di costo degli
Organi.
Ribadisco infine quanto già detto in sede di voto favorevole al
Bilancio preventivo 2017, ossia che sul fronte del costo del
personale (ma anche in quello delle consulenze esterne) è opportuno
cercare economie di spesa mettendo in comune alcune attività con
altri enti 103, o con Adepp direttamente, (Acquisti di beni, Addetto
stampa, Organismo Unico di Vigilanza e Controllo, Gestione Fiscale,
Tutela Legale, Elaborazione cedolini…). Per dirlo con una battuta:
se, come appare oramai inevitabile, con qualche altro ente di
previdenza dovremo prima o poi “sposarci” è opportuno che nel
frattempo ci si fidanzi.
Sede
Rilevo su questo punto che, nulla è stato fatto nell’anno
trascorso in merito al valore contabile della sede (che rimane come
somma del costo storico, imposte e provvigioni comprese). Su questo
punto (su cui ritengo tuttora valide tutto le osservazioni da me
espresse in sede di approvazione del consuntivo 2015) vorrei capire
se ciò è dovuto a situazioni contingenti o se frutto di una chiara
scelta politica. Per quanto mi riguarda mi piace pensare che si sia
deciso di soprassedere alla svalutazione della sede in modo da farla
contestualmente all’acquisto delle sedi regionali; in modo da
evidenziare una contenuta variazione del valore complessivo degli
immobili in capo all’Ente.
Sedi territoriali
Ritengo che il treno dell'acquisto delle sede territoriali (dove per
“territoriali” intendo “regionali”) non continuerà a passare
ancora a lungo e se non cogliamo l'occasione a breve sarà
impossibile in futuro quando ci ritroveremo, prima o poi ritengo
inevitabilmente, incorporati ad altri enti di previdenza. Se vogliamo
dare un esempio di vicinanza agli iscritti ritengo che questo sia un
passo necessario ed indispensabile.
Spese Elettorali
Ricordo che stiamo aspettando da oltre un anno la relazione
dell’ufficio interno preposto. Personalmente, pur nella
consapevolezza dei molti impegni cui il CdA è stato chiamato,
ritengo che i tempi abbiano ampiamente superato il livello di
ragionevolezza.
Confronto con assestato
Ho già avuto modo, in sede di approvazione del previsionale 2017, di
apprezzare vivamente la decisione di porre il bilancio previsionale
anche con il bilancio assestato dell’anno in corso. Ritengo,
analogamente, che sarebbe opportuno che, almeno in via ufficiosa, i
membri del CIG potessero disporre di un bilancio consolidato
confrontato con il previsionale di riferimento e con l'assestato
(cosa che oggi fa la I Commissione CIG e non il CdA); ciò per avere
un puntuale confronto del rispetto delle previsioni. Ricordo infatti
che il prof. Sandulli in questa sede ebbe a dire come il vero momento
di espressione politica del CIG sia il Bilancio previsionale, in
quanto il Consuntivo, qualora rispetti il previsionale, non possa non
essere approvato dal CIG. È quindi di tutta evidenza come tale
confronto sia indispensabile ed inevitabile (seppur non necessario in
termini di normativa contabile) e come tale opera competa agli uffici
ed al CdA (sarebbe altresì utile elemento di riflessione in sede di
relazione accompagnatoria).
Sanzioni amministrative agli iscritti
Prendo atto con estremo favore del fatto che il CdA consideri
“rilevante priorità” la revisione dell'intero sistema
sanzionatorio (che ad oggi porta a livello intollerabile le sanzioni
comminate agli iscritti). Per quanto mi riguarda considero una
sconfitta dell'Ente ogni sanzione comminata; in quanto esprime
incapacità dell'Ente a rapportarsi con gli iscritti e determina
disaffezione verso l'Ente da parte dell'iscritto (ricordo che
l'iscrizione è obbligatoria) soprattutto in quanto quasi il 70%
delle sanzioni sono di carattere formale (ritardata presentazione dei
modelli) e non sostanziale (ritardato pagamento dei contributi).
Ascoltando i nostri iscritti (agronomi e forestali) emerge
chiaramente come i due fattori maggiormente critici di fuga dall'Epap
verso altri enti di previdenza (periti agrari ed agrotecnici), siano
proprio il sistema sanzionatorio (vissuto come vessatorio) e i bassi
rendimenti dei montanti. Fuga verso altre casse che certo non è
estranea alla diminuzione del numero degli iscritti contribuenti che,
seppur contenuta per ora, avviene ormai costantemente da ben 4 anni.
Su tale aspetto, raccogliendo le riflessioni dei colleghi Borella e
Cariolato ritengo indispensabile e non oltre derogabile un
ripensamento non solo nei confronti di coloro che sono in ritardo nei
pagamenti ma anche nei confronti di coloro che, pur essendo regolari,
si trovano a vivere un momento di difficoltà e non vorrebbero
passare nella categoria degli irregolari.
27.04.2017
Alfio Bagalini