mercoledì 10 febbraio 2016
mercoledì 3 febbraio 2016
Comunicato n° 4 - Importanti Novità
Ciao,
Il fatto
La notizia
di questi giorni è la Sentenza del TAR Lazio del 25.01.2016 (N.
00966/2016) in cui si fa venire meno l'impedimento posto dal
Ministero del Lavoro all'aumento del Contributo Integrativo (a carico
del cliente) dal 2% al 4%.
L'antefatto (in breve)
In data
26.07.2012 il Consiglio di Indirizzo Generale approvava le proposte
di modifica del Regolamento dell'Epap con cui si proponeva di portare
dal 2% al 4% il contributo integrativo. Di questo 2% incrementato i
3/4 (1,5%) erano destinati al montante pensionistico di ciascun
iscritto ed il restante 1/4 (0,5%) era destinato all'Epap per le
politiche di assistenza.
Il
Ministero sollevava rilievi che impedivano la attuazione della
Delibera dell'Ente da cui il ricorso al Tar conclusosi con la
Sentenza sopra accennata.
Le Prospettive
La
Sentenza dà pienamente ragione alle tesi dell'Ente. Di più: non
vincola in alcun modo l'Ente nella destinazione delle somma (tra
montante ed assistenza), con ciò quindi rendendo possibile ogni
successiva modifica volta ad una diversa distribuzione delle somme (a
solo titolo di esempio: interamente a montante); anzi viene ribadita
"l'ulteriore finalità di assicurare ai giovani professionisti
iscritti che accedono al sistema contributivo di garantirsi un
adeguato trattamento pensionistico al termine dello svolgimento della
propria attività professionale".
Il Dibattito
Personalmente
ritengo quindi che sia utile, necessario ed inderogabile aprire una
ampia discussione fra gli iscritti sulle varie opzioni possibili che
riguardano il presente ed il futuro di ciascuno degli iscritti
attivi. Con questo raccogliendo l'importante apertura manifestata in
CIG dal Presidente Poeta volta a non applicare automaticamente la
sentenza ma ad riaprire una discussione di merito all'interno dei
vari organismi dell'Ente.
In linea teorica infatti almeno tre sono le possibilità:
In linea teorica infatti almeno tre sono le possibilità:
- mantenere il contributo integrativo al 2%;
- aumentare il contributo integrativo destinandone parte a montante e parte ad assistenza;
- destinare l'intero incremento del contributo integrativo a montante.
La
questione è troppo importante da decidersi senza il conforto degli
iscritti per cui chiedo ad ognuno di voi di esprimere un proprio
parere in merito. Vi prego quindi di farmi sapere cosa ne pensate e
poi proverò a tirare le fila.
Il Contesto
Per poter
prendere decisioni informate è però necessario fornire ulteriori
informazioni sul contesto in cui l'Ente si trova ad operare ed
all'interno del quale debbono essere assunte le decisioni.
Gli elementi essenziali da conoscere sono:
Gli elementi essenziali da conoscere sono:
- negli ultimi 5 anni la situazione di bassi livelli del P.I.L. (su cui si determina la rivalutazione dei montanti) pur in presenza di modesti rendimenti dei montanti, ha determinato l'aumento del Fondo di Riserva dell'Ente da 5 a 65 milioni di euro;
- l'Ente ha chiesto di poter destinare a montante degli iscritti parte del maggior rendimento dei montanti rispetto alla media quinquennale del PIL; c'è stata anche una sentenza del TAR favorevole all'Ente contro la quale il Ministero ha presentato ricorso al Consiglio di Stato.
- il fondo di riserva di fatto si è costituito con i sacrifici fatti da tutti noi iscritti in termini di rivalutazione dei montanti ma, è bene saperlo, esso in caso di fusione/accorpamento con altri enti di previdenza (ipotesi tutt'altro che remota) andrebbe nel calderone generale vanificando i nostri sacrifici.
La mia Opinione
Alla luce
di tutto quanto sopra personalmente ritengo che possa essere presa in
considerazione l'ipotesi di aumentare dal 2% al 4% il contributo
integrativo alla sola condizione però che sia interamente destinato
a montante personale degli iscritti.
L'aumento
delle prestazioni di assistenza, che ritengo comunque necessario ed
utile agli iscritti, dovrà avvenire non con parte dell'incremento di
contributo integrativo (come inizialmente previsto) ma con i
rendimenti del fondo di riserva dell'Ente e con parte del fondo
stesso (almeno fino a quando sarà a questi livelli dimensionali).
Una Ipotesi Alternativa
Con timore
di entrare troppo nel dettaglio espongo anche quella che potrebbe
rappresentare una valida soluzione alternativa, finalizzata a
coniugare la necessità di garantire migliori pensioni agli iscritti
con la necessità di garantire la stabilità dell'Ente nel lungo
periodo; ossia:
- destinare i 3/4 dell'aumento del contributo integrativo a montante di ciascun iscritto;
- destinare 1/4 dell'aumento del contributo integrativo alla costituzione di un fondo di riserva nominale (uno per ciascun iscritto), da cui attingere negli anni in cui i rendimenti degli investimenti saranno inferiori alla media quinquennale del PIL. Detto fondo nominale verrà interamente riversato a montante al momento del pensionamento dell'iscritto. Di fatto nella sostanza cambierebbe ben poco in quanto sarebbe a tutti gli effetti un montante figurativo esclusivo dell'iscritto, con il vantaggio di garantire un maggiore equilibrio finanziario dell'Ente.
A proposito di Contributo Soggettivo
Obbligatorio
Quello
che deve essere chiaro comunque è che nessun
aumento
dovrà avvenire sul fronte del contributo soggettivo obbligatorio
(interamente a carico degli iscritti) che oggi è al 10%. E ciò i
moltissimi motivi che ho più volte avuto modo di esporre:
- attuale situazione dei difficoltà dei redditi degli iscritti;
- blocco normativo dei rendimenti dei montanti;
- possibilità già esistente di versamenti volontari per chi può;
- rischi di stabilità finanziaria dell'ente...
motivi che
mi limito ad accennare senza approfondirli in questa sede per non
annoiare oltre.
Su questo
punto, se necessario, la mia battaglia sarà fortissima e con tutti i
mezzi democraticamente possibili. Confido di potervi avere al mio
fianco.
Grazie
dell’attenzione
Vi prego
di rispondere numerosi
Alfio
Bagalini
Consigliere
CIG pro tempore
lunedì 1 febbraio 2016
... a proposito di Spese Elettorali
Dall'analisi dei dati di bilancio 2015 emerge un incremento delle spese elettorali di 290.000 euro circa, di cui 170.000 relative alla prima tornata e 120.000 relative alla seconda tornata.
In merito ai 170.000 euro ho chiesto conto di come sia possibile sbagliare del 42% una previsione di spesa con un processo elettorale invariato rispetto alle elezioni precedenti.
In merito ai 120.000 euro ho chiesto (e non sono stato il solo) se c’è volontà da parte del CdA di perseguire gli autori di eventuali errori e quindi recuperare le spese sostenute per la seconda tornata elettorale. Abbiamo avuto assicurazioni in merito direttamente da Vicepresidente. Vedremo gli sviluppi.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)